Confcooperative Alpe Adria è la principale organizzazione di rappresentanza, tutela e revisione delle imprese cooperative delle province di Udine, Gorizia e Trieste. Essa è l’organo territoriale della Confcooperative (Confederazione delle Cooperative italiane). È nata nel 2022 dalla fusione di tre associazioni territoriali: l’Unione Provinciale Cooperative di Gorizia, la Federazione delle Cooperative e Mutue di Trieste e l’Associazione Cooperative Friulane di Udine.

Le nostre cooperative operano in tutti i settori economici: dall’agroalimentare alla pesca, dalla produzione industriale e artigiana ai servizi, dal sociale al credito, dai servizi sanitari al turismo e alla cultura. Confcooperative Alpe Adria associa quasi 400 imprese cooperative ed imprese sociali, che complessivamente generano ricavi per circa 500 milioni di euro e impiegano più di 12.000 addetti. I soci cooperatori sono circa 80.000.

L’Associazione è un ente a libera adesione e a conduzione democratica e autonoma da movimenti politici. Essa si ispira ai principi della dottrina sociale della Chiesa ed è modello per quanti fondano la propria vita sui principi di un’economia sociale, solidale e partecipata.

 

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La cooperativa CEA diventa società benefit

Essere un’impresa di successo sul piano economico e avere, al tempo stesso, un impatto positivo sulla società, sull’ambiente e sul pianeta: è questa l’essenza delle “Società Benefit”, forma giuridica d’impresa riconosciuta in Italia dal 2016 che identifica le aziende che perseguono non solo lo scopo di lucro statutario, ma la “prosperità” ambientale e sociale di lungo termine. Questo gruppo ristretto di realtà che scelgono di essere virtuose dall’estate 2023 può annoverare fra i propri ranghi anche CEA - Cooperativa Edile Appennino con sede legale a Pasian di Prato (Udine). Il CdA, nell’approvazione dell’ultimo positivo bilancio, ha infatti deciso di formalizzare l’adesione a questo modello societario virtuoso e di intraprendere, contestualmente, il percorso di certificazione B-Corp per misurare il proprio impatto e il rispetto dei parametri ESG.

«L’impegno verso la sostenibilità ambientale è nel DNA di CEA - commenta il presidente della cooperativa Marco Marchi -: un impegno che perseguiamo con costanza in tutte le nostre attività quotidiane e che ci guida quando progettiamo il futuro della nostra impresa, che non può che essere in linea con i principi dell’economia circolare e con gli obiettivi dell’agenda 2030. Negli ultimi anni la nostra divisione, CEA Ambiente, è stata impegnata nello studio e nello sviluppo di soluzioni green a 360 gradi per il comparto edile: penso, ad esempio, alla sfida del recupero degli inerti che ha dato vita ai nostri “cantieri a scarto zero” e allo sviluppo del brevetto degli asfalti 100% riciclati che oggi ci permette di recuperare e riutilizzare in modo sostenibile il materiale di risulta delle opere di manutenzione delle linee acqua e gas interrate svolte per varie Multiutilities. Ma non solo: da tempo siamo al lavoro per sviluppare soluzioni innovative che razionalizzino i consumi della nostra flotta di mezzi e macchinari aziendali con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale del nostro lavoro quotidiano. Infine, negli anni abbiamo sviluppato una forte specializzazione nella manutenzione di dighe e bacini, oltre che nel comparto della depurazione delle acque: perché l’acqua è un bene di valore inestimabile e occorre non sprecarne neanche una goccia. Un’edilizia sempre più green è possibile». A questo impegno, poi, si affianca la volontà di incidere positivamente anche sulla società, su diversi fronti: la propria divisione CEA Demining è specializzata nella bonifica degli ordigni bellici anche in zona di guerra mentre, nella propria sede operativa di Calderara di Reno (Bologna), CEA ha dato vita a una delle pochissime scuole di saldatura in Italia dove formare giovani professionisti. Inoltre, nei propri cantieri la cooperativa adotta soluzioni altamente innovative sia per garantire la massima sicurezza per i propri dipendenti, come la piattaforma Jobsafer, sia per operare a distanza, in caso di attività ad alto rischio, come i visori a realtà aumentata Vision.

Uno scenario che fornisce il terreno ideale per abbracciare la sfida della trasformazione in società benefit: «Abbiamo visto questa transizione come una naturale evoluzione del nostro impegno - prosegue Marchi - e come un passo in avanti in un percorso che non ci vede mai “arrivati”. Come tutte le imprese, CEA ha degli obiettivi ben definiti in termini di profitto, ma crediamo che la strada per raggiungerli passi dall’impatto positivo che possiamo e dobbiamo avere sul mondo che ci circonda, dall’ambiente alla società. La strada è tracciata: dopo la trasformazione in società benefit abbiamo avviato il percorso di certificazione che ci vedrà diventare B-Corp, fra i pochi nel nostro Paese e fra i primi nel settore edile. Entro la fine dell’anno un rigoroso ente di certificazione misurerà gli impatti sociali, ambientali ed economici generati da CEA».

 

Il bilancio 2022

La trasformazione di CEA in società benefit è stata contestuale all’approvazione del bilancio 2022: «Il futuro della cooperativa poggia su basi solide - commenta Marchi -: nonostante i difficili anni del Covid e il forte impatto del caro-energia e del caro-materie prime, la nostra cooperativa oggi può dirsi in ottima salute e pronta ad affrontare le sfide dei prossimi mesi. CEA, infatti, ha conseguito un Ebitda positivo di 1,56 milioni di euro nel 2021 e di 3,12 milioni di euro nel 2022 con un trend chiaro in direzione dei valori pre-pandemici. Il valore della produzione, che nel 2021 era pari a 69,3 milioni di euro (+8,9 mln vs. 2020) è cresciuto attestandosi a quota 72,4 milioni nel 2022 (+3,1 milioni rispetto ai 12 mesi precedenti): sulla base di questi trend e delle commesse già in portafoglio possiamo considerare raggiungibili gli obiettivi del nostro piano quinquennale che fissavano a 85 milioni il valore della produzione del 2023 e il raggiungimento della “quota 100” entro il 2025. L’Italia, naturalmente, resta il nostro bacino d’azione principale: i ricavi per le opere e le attività nel nostro Paese nel 2022 sono stati di 63,3 milioni a fronte dei 2,5 milioni all’estero, ma puntiamo entro il 2024 a triplicare le attività oltre confine».

La nascita della cooperazione in Friuli-Venezia Giulia risale al 1880 con la prima latteria a Collina di Forni Avoltri. Nei decenni successivi, in poco tempo, le iniziative cooperative si moltiplicano in tutto il territorio del Friuli, sia per iniziativa di numerosi sacerdoti che per quella di imprenditori liberali: alle latterie sociali si aggiungono le prime casse rurali, forni cooperativi (Remanzacco, 1884), circoli agrari (1885 a Pozzuolo del Friuli), cooperative di lavoro e di consumo. Anche nel territorio giuliano ed isontino, all’epoca ancora parte dell’Austria-Ungheria, sul finire dell’Ottocento si moltiplicano le nuove cooperative. Nell’Isontino è fondamentale per lo sviluppo del cooperativismo l’impegno del cattolicesimo sociale e la figura di don Luigi Faidutti, alla cui azione si deve la nascita di numerose iniziative cooperative: nel 1896 nasce la Cassa rurale di Capriva e nel 1899 la Federazione dei Consorzi agricoli del Friuli. Anche Trieste vive un analogo fervore cooperativistico, con la nascita di numerose cooperative, sia nell’ambiente operaio della città che in quello della comunità slovena (nel 1888 nasce la Cassa rurale di Aurisina) e, nel 1903, nascono le Cooperative Operaie.

Nel 1915 scoppia la Prima guerra mondiale che, tra le tante trasformazioni, produce anche la fine della rappresentanza unica del mondo cooperativo: infatti, il 14 maggio del 1919 viene costituita a Roma la Confederazione Cooperative Italiane per iniziativa delle cooperative di ispirazione cattolica. Di lì a poco, l’avvento del fascismo interromperà l’impetuoso sviluppo del movimento cooperativo, imponendo la chiusura di molte cooperative e iniziando un processo di normalizzazione di tutto il cooperativismo. Il regime provoca lo scioglimento di tutte le Associazioni Cooperative di ispirazione democratica, per costituire l’Ente Nazionale delle Cooperative, requisendo i beni sociali e soffocando l’autonomia dei quadri dirigenti, sino allo sfacelo della Seconda guerra mondiale.

Ma dalle macerie della guerra, il movimento cooperativo rinasce in tutti i territori: il 1° ottobre 1945 risorge a Udine l’Unione delle Cooperative del Friuli, in seguito Associazione Cooperative Friulane. A Trieste, ancora sottoposta al Governo militare alleato, nasce il 27 aprile 1946 la Federazione delle Cooperative e mutue. A Gorizia, l’Unione provinciale delle Cooperative e mutue nasce il 9 luglio 1949.

Nel nuovo ordinamento repubblicano del nostro Paese, la cooperazione viene inserita nella Costituzione: l’articolo 45 «riconosce la funzione sociale della cooperazione avente carattere di mutualità». I decenni successivi sono un periodo di grande sviluppo del movimento cooperativo che concorre alla crescita economica e sociale dei territori, concorrendo alla ripresa dell’economia e alla ricostruzione anche dopo la grave prova del terremoto che colpisce il Friuli nel 1976. E proprio nel nostro territorio, nel 1972, nasce la prima cooperativa sociale al mondo, per iniziativa di Franco Basaglia che, a Trieste, sperimenta la deistituzionalizzazione dei pazienti degli Ospedali psichiatrici.

Un percorso che da allora è continuato, allargando la presenza della cooperazione ad ogni ambito di attività economica, innovandosi e reinventandosi continuamente.

Confcooperative Alpe Adria si occupa di:

  • rappresentare in ambito territoriale presso le varie Istituzioni, gli Uffici Pubblici ed i vari Enti, le cooperative associate, le loro istanze e necessità;
  • creare nuova imprenditorialità, specie fra i giovani, riservando particolare attenzione alla ricerca ed alla valorizzazione di energie per la cooperazione; valutando con propri esperti l’idea imprenditoriale, collaborando allo studio ed alla progettazione dell’impresa cooperativa, supportandone la costituzione e la fase di avvio;
  • far conoscere ad amministratori, enti ed istituzioni il proprio parere sui principali temi di carattere locale ed informare in merito ad iniziative connesse al mondo cooperativo;
  • rappresentare gli enti associati nei confronti delle organizzazioni sindacali e degli istituti previdenziali;
  • svolgere attività di informazione e assistenza su tematiche tecniche generali e settoriali.

Il nostro obiettivo è creare valore per il territorio e per le cooperative che rappresentiamo, promuovendo la crescita del movimento cooperativo e la nascita di nuove imprese, l’occupazione, l’innovazione e la legalità in tutti i campi della vita economica e sociale. A muoverci è la convinzione che solo unendo le forze delle tante imprese cooperative e “facendo squadra” sia possibile lo sviluppo duraturo del sistema imprenditoriale del nostro territorio.

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