Confcooperative Alpe Adria è la principale organizzazione di rappresentanza, tutela e revisione delle imprese cooperative delle province di Udine, Gorizia e Trieste. Essa è l’organo territoriale della Confcooperative (Confederazione delle Cooperative italiane). È nata nel 2022 dalla fusione di tre associazioni territoriali: l’Unione Provinciale Cooperative di Gorizia, la Federazione delle Cooperative e Mutue di Trieste e l’Associazione Cooperative Friulane di Udine.

Le nostre cooperative operano in tutti i settori economici: dall’agroalimentare alla pesca, dalla produzione industriale e artigiana ai servizi, dal sociale al credito, dai servizi sanitari al turismo e alla cultura. Confcooperative Alpe Adria associa quasi 400 imprese cooperative ed imprese sociali, che complessivamente generano ricavi per circa 500 milioni di euro e impiegano più di 12.000 addetti. I soci cooperatori sono circa 80.000.

L’Associazione è un ente a libera adesione e a conduzione democratica e autonoma da movimenti politici. Essa si ispira ai principi della dottrina sociale della Chiesa ed è modello per quanti fondano la propria vita sui principi di un’economia sociale, solidale e partecipata.

 

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Politiche del lavoro, persone con disabilità e inclusione, il convegno a Udine

«Le convenzioni ex articolo 14 del Decreto Legislativo 276/2003 rappresentano un’interessante modalità collaborativa tra aziende pubbliche e private (obbligate all’assunzione delle persone con disabilità ex legge 68/1999) e cooperative sociali. Con la loro applicazione viene attuata una logica operativa che, attualmente, coinvolge quasi 200 persone ogni anno, dove tutti gli attori coinvolti sono vincenti assolvendo, nel contempo, un obbligo di legge che implementa politiche attive del lavoro con valide ricadute sociali». È l’opinione di Serena Mizzan espressa nel corso dell’intervento di apertura svolto a Udine nel corso di un incontro di approfondimento e di analisi sulla specifica tematica.

«Nella nostra regione, parlando di inserimento lavorativo delle persone con disabilità, si possono citare tante storie di successo, rese possibili grazie alla collaborazione attuata da diversi soggetti: i servizi pubblici, i datori di lavoro privati, il mondo della cooperazione sociale, gli enti di formazione e le famiglie - ha aggiunto Michele Nencioni, direttore generale di Confindustria Udine -. L'articolo 14 si è dimostrato uno strumento intelligente, concreto, praticabile ed efficace per dare una risposta vera a un’esigenza di inclusione. Un’opportunità per trasformare quello che prima era un formale obbligo di legge – spesso di difficile applicazione, almeno in alcuni contesti produttivi – in una esperienza virtuosa, realizzabile e realizzata. Perché il tema – in sintesi – è il seguente, visto dal nostro punto di vista: attualmente, molte aziende hanno l’obbligo di assunzione di persone con disabilità, ma molte hanno difficoltà a rispettare la norma».

«Dopo la redazione condivisa del primo masterplan per l'inserimento occupazionale mirato, steso a suo tempo con la preziosa collaborazione della Consulta delle persone con disabilità e delle loro famiglie del Friuli VG, la Regione si appresta, entro l'avvio dell'estate, a stendere un nuovo documento, sempre con la preziosa collaborazione di tutti i portatori di interesse e basandosi sull'ascolto del territorio, utilizzando risorse particolarmente importanti messe a bilancio nel 2024 - ha sottolineato Alessia Rosolen, assessore regionale al Lavoro, Formazione, Istruzione, Ricerca, Università e Famiglia». L'esponente della Giunta ha annunciato anche che, nei prossimi mesi, si lavorerà in maniera puntuale sulla modifica delle convezioni dell’articolo 14: la norma, che ha compiuto vent’anni e che, in particolare in alcuni spazi del Friuli VG ha dato ottimi risultati, ha la necessità di essere aggiornata per essere meglio applicata a favore di tutta la collettività. 

Ai lavori, moderati da Luca Fontana, presidente di Confcooperative - Federsolidarietà Fvg, sono pure intervenuti Roberto Re, presidente dei Consulenti del Lavoro di Udine e Mario Brancati, presidente della Consulta dei disabili Fvg.

Le relazioni tecniche di Giulia Colombo (dottoranda di Diritto del Lavoro all’Università di Udine) e Frida Miotto (responsabile Collocamento mirato della Regione Fvg) sono state introdotte da Anna Zilli (professoressa associata di Diritto del Lavoro all’Università di Udine).

Interessanti spunti operativi sono stati offerti durante l’esposizione di quattro casi concreti vissuti in regione proprio grazie alle convenzioni tra alcune imprese private e le cooperative sociali Naturcoop, Solidarietà e Servizi, Newgroup e Arte e Libro.

La nascita della cooperazione in Friuli-Venezia Giulia risale al 1880 con la prima latteria a Collina di Forni Avoltri. Nei decenni successivi, in poco tempo, le iniziative cooperative si moltiplicano in tutto il territorio del Friuli, sia per iniziativa di numerosi sacerdoti che per quella di imprenditori liberali: alle latterie sociali si aggiungono le prime casse rurali, forni cooperativi (Remanzacco, 1884), circoli agrari (1885 a Pozzuolo del Friuli), cooperative di lavoro e di consumo. Anche nel territorio giuliano ed isontino, all’epoca ancora parte dell’Austria-Ungheria, sul finire dell’Ottocento si moltiplicano le nuove cooperative. Nell’Isontino è fondamentale per lo sviluppo del cooperativismo l’impegno del cattolicesimo sociale e la figura di don Luigi Faidutti, alla cui azione si deve la nascita di numerose iniziative cooperative: nel 1896 nasce la Cassa rurale di Capriva e nel 1899 la Federazione dei Consorzi agricoli del Friuli. Anche Trieste vive un analogo fervore cooperativistico, con la nascita di numerose cooperative, sia nell’ambiente operaio della città che in quello della comunità slovena (nel 1888 nasce la Cassa rurale di Aurisina) e, nel 1903, nascono le Cooperative Operaie.

Nel 1915 scoppia la Prima guerra mondiale che, tra le tante trasformazioni, produce anche la fine della rappresentanza unica del mondo cooperativo: infatti, il 14 maggio del 1919 viene costituita a Roma la Confederazione Cooperative Italiane per iniziativa delle cooperative di ispirazione cattolica. Di lì a poco, l’avvento del fascismo interromperà l’impetuoso sviluppo del movimento cooperativo, imponendo la chiusura di molte cooperative e iniziando un processo di normalizzazione di tutto il cooperativismo. Il regime provoca lo scioglimento di tutte le Associazioni Cooperative di ispirazione democratica, per costituire l’Ente Nazionale delle Cooperative, requisendo i beni sociali e soffocando l’autonomia dei quadri dirigenti, sino allo sfacelo della Seconda guerra mondiale.

Ma dalle macerie della guerra, il movimento cooperativo rinasce in tutti i territori: il 1° ottobre 1945 risorge a Udine l’Unione delle Cooperative del Friuli, in seguito Associazione Cooperative Friulane. A Trieste, ancora sottoposta al Governo militare alleato, nasce il 27 aprile 1946 la Federazione delle Cooperative e mutue. A Gorizia, l’Unione provinciale delle Cooperative e mutue nasce il 9 luglio 1949.

Nel nuovo ordinamento repubblicano del nostro Paese, la cooperazione viene inserita nella Costituzione: l’articolo 45 «riconosce la funzione sociale della cooperazione avente carattere di mutualità». I decenni successivi sono un periodo di grande sviluppo del movimento cooperativo che concorre alla crescita economica e sociale dei territori, concorrendo alla ripresa dell’economia e alla ricostruzione anche dopo la grave prova del terremoto che colpisce il Friuli nel 1976. E proprio nel nostro territorio, nel 1972, nasce la prima cooperativa sociale al mondo, per iniziativa di Franco Basaglia che, a Trieste, sperimenta la deistituzionalizzazione dei pazienti degli Ospedali psichiatrici.

Un percorso che da allora è continuato, allargando la presenza della cooperazione ad ogni ambito di attività economica, innovandosi e reinventandosi continuamente.

Confcooperative Alpe Adria si occupa di:

  • rappresentare in ambito territoriale presso le varie Istituzioni, gli Uffici Pubblici ed i vari Enti, le cooperative associate, le loro istanze e necessità;
  • creare nuova imprenditorialità, specie fra i giovani, riservando particolare attenzione alla ricerca ed alla valorizzazione di energie per la cooperazione; valutando con propri esperti l’idea imprenditoriale, collaborando allo studio ed alla progettazione dell’impresa cooperativa, supportandone la costituzione e la fase di avvio;
  • far conoscere ad amministratori, enti ed istituzioni il proprio parere sui principali temi di carattere locale ed informare in merito ad iniziative connesse al mondo cooperativo;
  • rappresentare gli enti associati nei confronti delle organizzazioni sindacali e degli istituti previdenziali;
  • svolgere attività di informazione e assistenza su tematiche tecniche generali e settoriali.

Il nostro obiettivo è creare valore per il territorio e per le cooperative che rappresentiamo, promuovendo la crescita del movimento cooperativo e la nascita di nuove imprese, l’occupazione, l’innovazione e la legalità in tutti i campi della vita economica e sociale. A muoverci è la convinzione che solo unendo le forze delle tante imprese cooperative e “facendo squadra” sia possibile lo sviluppo duraturo del sistema imprenditoriale del nostro territorio.

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